L’Appennino, oltre alla natura incontaminata e alle montagne, conserva le testimonianze delle persone che lo hanno abitato e plasmato, nel corso del tempo, raccontando vicende antichissime. Un weekend a Borgo Pace può essere anche l’occasione per scoprire il territorio sotto un angolo diverso, in cerca degli insediamenti, i piccoli borghi e i castelli che costellano crinali e valli di questo comune.
Le vette dell’Appennino faranno da scrigno e sicuramente rimarrete sorpresi dai tesori che si possono scoprire. È possibile dividere questa esplorazione in due giorni, dedicando una giornata alla valle del Meta ed una a quella dell’Auro.
La partenza non può che essere da quello che era il nucleo dal quale è nata l’odierna Borgo Pace: poco a monte del centro abitato sorge infatti Castel Bavia (Castrum Abbatie). Nel basso medioevo i suoi abitanti decisero di abbandonare le mura del castello per scendere a valle proprio dove i due torrenti si congiungono e creare lì un nuovo insediamento. Oggi sono presenti solo poche rovine, ma una passeggiata fino a questo luogo dove la natura sta riprendendo possesso delle pietre squadrate che costituivano le mura del castello vale veramente la pena.
Risalendo la vallata del Meta una sosta merita anche il borgo di Sompiano, patria della Patata Rossa, che ospita all’interno delle sue viuzze in pietra risalenti al XV secolo l’Oratorio del Carmine e la Chiesa di Santa Croce. Questi due edifici sono esempi perfettamente conservati dell’architettura religiosa locale, semplice e diretta come gli abitanti di questi monti, ma non per questo meno evocativa e profonda.
Avamposto più a monte della vallata del Meta è Lamoli, la frazione più grande di Borgo Pace, nel cui punto più alto sorge l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, inutile dire che una visita è doverosa, tra imponenti navate e un pregevole crocifisso ligneo di scuola umbra.
Finita l’esplorazione non sarà un problema trovare una sistemazione adatta a tutte le necessità, nelle numerose strutture ricettive, non senza aver prima consumato una cena iper-locale in uno degli agriturismi e ristoranti della zona.
Il secondo giorno della nostra esplorazione possiamo invece dedicarlo alla vallata dell’Auro, luogo di insediamenti e borghi sui crinali, un tempo ottimi punti di avvistamento per difendere i confini. Qui in soli 5 km, tra Borgo Pace e Parchiule, sono presenti, oltre a diversi borghi, ben 5 torri di avvistamento costruite in arenaria, la torre di San Martino, quella di Sant’Andrea, Castel de’ Fabbri e infine le due torri sopra l’abitato di Parchiule.
La prima sosta consigliata è sicuramente Figgiano, dove transitò anche San Francesco nel 1213. La leggenda vuole che a due passi dal borgo il santo toccò una pietra dalla quale iniziò a scaturire acqua con proprietà curative. Oggi dalla Fonte di San Francesco zampilla ancora acque purissima e da qui con una tranquilla passeggiata di una mezz’oretta si arriva all’Oratorio della Colubraia, punto panoramico privilegiato tra Toscana e Marche.
Risalendo verso monte troviamo Palazzo Mucci, su un rilievo a 619 metri di altezza, un castello fortificato di cui si ha notizia già dal XII secolo. Qui si può ammirare il Palazzo di Muccio, un palazzetto signorile del XVII secolo dove, per taluni nel 1802, per altri nel 1818, fu ospite Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone.
Continuando sulla strada che costeggia l’Auro, il nostro viaggio termina a Parchiule, suggestivo borgo diviso in due dal torrente che ne segna un ideale confine tra due “quartieri” detti le Lame e la Villa. A vigilare sulle lastre scure dei tetti in pietra una torre di avvistamento il cui rudere è ancora oggi visibile. L’itinerario consigliato a Parchiule è quello che prevede di arrivare alla chiesa di Santa Maria, collegata con un bellissimo ed antico ponticello in pietra.